---{ lunedì, ottobre 27, 2008 }---
{Alma Matters}
Sarà la stanchezza; L. mi sorride e mi guarda per un tempo più lungo del solito. Se una persona ti guarda per più di 5 secondi dicono si possa incorrere in qualche fraintendimento. Mi costringe ad abbassare lo sguardo per prima, a concentrarmi sul lavoro di bricolage complesso in cui mi sono inconsapevolmente lanciata, come ogni volta, per agevolare i discorsi. Non riesco a stare ferma, parlo e avvicino l'involucro alla fiamma della candela cercando di toglierlo prima che appesti l’aria con un odore di capelli bruciati, in questo bar franchising di atmosfere messicane della Baviera più benestante. Ascolto me stessa parlare come se ci fosse un’altra persona: un meccanismo di adattamento interiore soft per riuscire a fare due cose assieme. Continuo a dire cose per non interrompere questi strani ritmi di concatenazione e mi brucio perché una pallina di plastica fusa incandescente cade, si piazza risoluta sul mio polso e decide di staccarsi solo quando si raffredda.
C’è sintonia, lo sa, e mi parla di gente che non conosco. Tenta di raccontarmi di come la sua più grande scocciatura sia quando non riesce a non vivere il weekend e sfruttarlo per fare più cose possibile. Lo guardo poco convinta pensando al senso di ordine che trasmettono le carte geografiche che ha appeso in camera e che mi hanno fatto compagnia per tutto il pomeriggio. Dice che è inquieto, che si incazza, che se le cose non vanno come dice lui diventa una bestia. Non ci credo: io ci vedo solo un carattere equilibrato, una dimestichezza rara con il mondo esterno e l’entusiasmo di quando segue con il dito le traiettorie attraverso i monti e i pallini delle città creando itinerari, esclamando: “E poi andiamo qui che è bello!”, alzando lo sguardo in attesa di proposte. Ed è facile fornire pareri simili o contrari altrettanto entusiasti.
È la prova di come ci si può trovare bene con persone che non condividono interessi basilari. Di come le variazioni di coinvolgimento per i rispettivi interessi diventano zone franche di discorso in cui nasce rispetto e ammirazione. Reciproca stima, forse nel senso più fantozziano del termine, ma forse anche l’unico modo in cui posso spiegare un onesto equilibrio di amicizia uomo/donna dove nessuno ci perde, dove non esiste malizia, dove il silenzio è davvero silenzio e gli arrivederci arricchiscono sempre.
E intanto a Berlino mi abbordano le tipe.
posted by milo @ 7:04 PM
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{Appunticini}
"Zi, perké noi già alle elementari Zi era tantE filo-tedezki ke zi scriveva KASA con la KAPPA" "Anche noi KOSSIGA"
posted by milo @ 11:58 AM
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