---{ mercoledì, giugno 09, 2004 }---
Cos'è questa decadente nostalgia che pervade la rete? perchè tutti scrivono di quando avevano 15 anni?
parlare di tendenza della rete è un po' esagerato. Meglio parlare di 4 sparuti blog letti per far passare questa mezzoretta di confino, mentre sotto si svolge la lezione di pianoforte di mia nipote.
Più o meno come quando la mamma passa il mocio scrupolosamente in tutta la casa e ti fa scegliere la stanza da cui non potrai assolutamente uscire finchè il pavimento non si asciuga. Pena: indelebili talpe ognidove e la minaccia che toccherà proprio a me pulire il pavimento la prossima volta, visto che non rispetto il lavoro altrui.
Un occhio ai blog
Un orecchio alla lezione
Un altro occhio ai blog, un ulteriore orecchio alla lezione
E cado anch'io in questa nostalgia dei bei tempi andati, la magnifica irreparabilità delle sensazioni passate ( che fantastico luogo comune! Come quello della rotonda, soluzione viaria che risolve ogni problema di traffico. Segnalerò a chi di dovere.). Per esempio, il confronto in diretta tra una mia lezione di piano e quella di Silvia: i rimproveri all'acqua di rose rimangono gli stessi, l'insegnante con voce dolce ma decisa parte con una filippica sull'impegno e la costanza, sui risultati raggiunti con impegno e costanza e il ditino che viene guidato dalla mano dell'insegnante sopra la battuta che nn è stata appino compresa e le domande retoriche per creare interattività con il fanciullo.
"vero che studierai di più la prossima volta?"
deve rispoondere no, l'undicenne?
Cambiano i metodi, non i libri però. La maestra pretende che Sivia canti le note che sta suonando. La maestrina inventa canzoncine stupide sulla linea melodica per far memorizzaare meglio le note. Effettivamente è un buon metodo anche per sviluppare la capacità di comporre. Chissà mai se mia nipote comporrà?
I libri sono i miei invece.
Ci sono ancora i santini che vi applicava la mia maestra nell'87, cercando di fare dello spudorato proselitismo per la sua classe di catechesi. Sul piano troneggiano ancora il Pozzoli, l'Hanon e pure il Czerny ( o come diavolo si chiamava). Quest'ultimo mi faceva talmente cagare che un giorno lo lanciai dietro il pianoforte e raccontai in lacrime di averlo perso chissà dove chissà quando.
Le lezioni di ora sono molto più soft e molto più lente, mi pare. A parità di mesi di lezioni a questo punto io sapevo già suonare ' bionda sirena' e i valzerini, mentre qua sotto si discute ancora di ' quando inizierai solfeggio e unirai le mani'.
La mia esperienza col pianoforte è durata poco, quei tre o quattro annetti in piena incoscienza da scuola elementare.
All'epoca non percepivo come estremaemnte grave il fatto che quella che fu la maestra di conservatorio di mia sorella le lasciasse cadere sulle dita il coperchio del piano ( abbastanza piano da riuscire a ritirare in tempo falangine e falangette, ma cazzo!) ogniqualvolta sbagliava il passaggio; e non mi sembravano neppure granchè terribili i tentativi della mia insegnante di condurmi alla santità attraverso sticker cangianti con l'immagine di Padre Pio applicati a tradimento sul Beyer o come diavolo si chiamava
posted by milo @ 5:42 PM
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